Senzatomica: la forza del cambiamento parte dalle nuove generazioni

Educazione

In questa settimana cade l’ottantesimo anniversario dei bombardamenti su Hiroshima e Nagasaki, le due città giapponesi che vennero colpite con una bomba atomica il 6 e il 9 agosto del 1945. Un orrore che deve restare un monito per l’intera umanità. Per tenere sempre alta l’attenzione sull’importanza di liberare il mondo dalle armi nucleari, pubblichiamo un’intervista a Marta Modena e a Alessja Trama rispettivamente direttrice esecutiva e Coordinatrice delle Relazione Esterne del progetto Senzatomica della campagna Senzatomica, un progetto della Fondazione Be The Hope sostenuto con i fondi 8x1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Come nasce Senzatomica e quali sono i principali obiettivi e le azioni previste dal progetto?

Senzatomica nasce da un sogno condiviso: quello di un mondo libero dalle armi nucleari. È un progetto della Fondazione Be The Hope, sostenuto dall’8×1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai.
Una campagna che parte dall’educazione alla pace e al disarmo, nata nel 2011 dalla volontà dei giovani di impegnarsi per il disarmo nucleare e generare consapevolezza sulla minaccia delle armi nucleari. Un sogno che parte dai giovani, perché è proprio nelle nuove generazioni che risiede la forza del cambiamento. Il pensiero alla base della campagna è quello di Josei Toda, educatore, uomo di pace e secondo presidente della Soka Gakkai. Nel 1957, in un Giappone devastato dalla Seconda guerra mondiale, di fronte alla corsa allo sviluppo di armi nucleari sempre più potenti, Toda in una storica dichiarazione affermò a gran voce che le armi nucleari sono un male assoluto, non giustificabile in nessuna maniera o ragione.
Il suo credo era quello di combattere contro il vero “nemico”: non le armi nucleari in quanto tali, né gli Stati che le possiedono o le costruiscono, bensì il modo di pensare che ne giustifica l’esistenza, la prontezza ad annientare gli altri quando vengono percepiti come minaccia o impedimento alla realizzazione dei propri scopi.
Riconoscere questa dinamica è il primo passo per costruire relazioni pacifiche e riscoprire la dignità di ogni essere vivente. Se io non guardo più l’altro come un nemico in sé ma riconosco che posso cambiare la logica e quindi che posso agire in modo diverso per trasformare la sfiducia che si annida nel mio cuore allora sì che posso credere che un cambiamento sia possibile. Che eliminare le armi nucleari è possibile.

La nostra campagna si fonda sull’educazione alla pace e al disarmo, attraverso percorsi di formazione, informazione e sensibilizzazione che puntano a un vero e proprio empowerment delle persone. Vogliamo costruire una società in cui al centro ci sia la sicurezza umana, intesa come il benessere e la felicità di ogni individuo. Solo così possiamo promuovere una cultura di pace autentica e una coesistenza creativa, libera dalla minaccia delle armi nucleari.
Il progetto si compone di diverse attività: la mostra itinerante “Trasformare lo spirito umano per un mondo libero dalle armi nucleari”, il Senzatomica Revolution Talks evento di sensibilizzazione rivolto ai giovani, i corsi di formazione insegnanti sull’educazione alla pace e al disarmo che vengono organizzati in diverse regioni italiane, lo sviluppo di materiali e laboratori didattici che portiamo nelle scuole, la partecipazione attiva in rappresentanza delle società civile a Conferenze all’interno delle Nazioni Unite e molte altre.
Senzatomica è un movimento di persone comuni che scelgono di credere nel cambiamento. Che scelgono di agire, di educare e di costruire un mondo libero dalle armi nucleari. Insieme, possiamo trasformare la paura in speranza. Insieme, possiamo rendere possibile l’impossibile.
In questi ultimi due anni, grazie ai fondi 8×1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, abbiamo lanciato la nuova versione della mostra rinnovata sia nei contenuti che nella sua veste. Questi fondi ci permettono di allestire la mostra itinerante in diverse città italiane, offrendo l’ingresso gratuito a migliaia di visitatori, soprattutto alle giovani generazioni. Inoltre, ci consentono di organizzare il Senzatomica Revolution Talks, i corsi di formazione per insegnanti e di sviluppare nuovi materiali didattici e informativi, diffondendo i principi dell’educazione alla pace e al disarmo in modo capillare e incisivo.
Ma non solo: grazie al supporto dell’8×1000, abbiamo potuto collaborare con istituzioni e partner internazionali, partecipando come società civile alle conferenze sul disarmo organizzate dalle Nazioni Unite. Questo ha rafforzato l’impatto della campagna, portando il nostro messaggio anche a livello globale.

Qual è l’impatto della mostra sui visitatori e come si inserisce nel percorso educativo e di sensibilizzazione che proponete?

La mostra ha già girato più di 80 città italiane; visitata da oltre 460.000 persone – di cui più del 40% studenti e studentesse delle scuole elementari, medie e superiori.
È uno strumento di educazione al disarmo nucleare e alla pace che mira a generare empowerment e senso di responsabilità nei visitatori che hanno la possibilità di diventare attivi sostenitori e protagonisti della Campagna stessa.
All’interno del percorso della mostra, le persone approfondiscono la propria conoscenza legata al concetto di sicurezza umana, il cui elemento centrale è la tutela della vita e della dignità delle persone.
Come si evince dal messaggio della campagna, Senzatomica propone la trasformazione dello spirito umano come punto di partenza per costruire un mondo libero da armi nucleari. Perché questo approccio personale è così importante e in che modo contribuisce concretamente all’obiettivo del disarmo nucleare?

La sfida che si è sempre posta Senzatomica è quella di creare un ponte tra i problemi globali attuali e la nostra vita quotidiana. Come posso sentire un tema così grande collegato alla mia vita di tutti giorni e come posso fare la differenza?

Nella società di oggi in cui regna la rassegnazione e il senso di impotenza nel cuore delle persone il nostro obiettivo è trasmettere prima di tutto speranza, partendo da una visione del mondo diversa da quella a cui siamo abituati. Senzatomica infatti parte dal presupposto che le armi nucleari, i più distruttivi strumenti di guerra, sono al vertice di una piramide di violenza che regna nella nostra società – alla cui base di questa piramide si trovano i conflitti della nostra vita quotidiana. La nostra sfida è elevarci sopra la violenza e l’indifferenza per fermare la corsa agli armamenti ed eliminare queste armi, le più temibili che esistano.
Portiamo avanti questa campagna affinché ognuno/a possa favorire la crescita e lo sviluppo di individui capaci di riconoscere nel cuore/mente degli esseri umani le cause alla base delle guerre e trasformarle.
Proprio come afferma il preambolo della Costituzione dell’UNESCO:
«Poiché le guerre hanno origine nello spirito degli uomini è nello spirito degli uomini che si debbono innalzare le difese della pace».
E quindi l’interrogativo che ci poniamo sull’effettiva possibilità di trasformare la cultura della violenza in una cultura di pace trova una risposta tangibile e concreta: è la trasformazione dello spirito umano, trasformare i principi su cui si basa il nostro cuore, quell’istinto a voler distruggere gli altri quando li percepisco come ostacolo a ciò che vogliamo ottenere.
Vogliamo invertire la tendenza a sentirsi impotenti di fronte al destino dell’umanità, per questo il cuore della campagna è “trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari”. Il nostro messaggio è che non si devono avere qualità speciali per cambiare il mondo, ogni persona possiede un potenziale illimitato che può manifestare.
Siamo convinti che ogni persona può decidere di informarsi e conoscere la paradossale deterrenza nucleare; può decidere di ispirarci dalla grande forza e determinazione degli hibakusha, i sopravvissuti ai bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki e ai più dei 2.000 test nucleari effettuati nel mondo da parte degli Stati con armi nucleari, che hanno trasformato la loro disperazione in senso di missione; sapere dell’esistenza del TPNW, la norma internazionale che rende illegali tali armi e che indica concretamente come eliminarle dalla faccia della Terra.

Uno degli obiettivi centrali è sensibilizzare la società civile e le istituzioni affinché l’Italia ratifichi il Trattato sulla roibizione delle armi nucleari (TPNW).
Quali sono le principali azioni intraprese per raggiungere questo traguardo?

In quanto organizzazione della società civile che lavora in ambito nazionale e internazionale, abbiamo partecipato a importanti negoziati delle Nazioni Unite per l’adozione di un Trattato internazionale che potesse finalmente vincolare le armi nucleari come armi illegali, il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari.
Oltre alla mostra Senzatomica che opera una riflessione ampia per tutta la cittadinanza, portiamo avanti azioni di advocacy con l’obiettivo di coinvolgere sempre più cittadini e istituzioni per stimolare un movimento di opinione pubblica, dialogando con sindaci e parlamentari affinché manifestino il loro sostegno per la ratifica del Trattato da parte dell’Italia, attraverso la sottoscrizione dell’Appello delle città di ICAN per quanto riguarda i comuni italiani, perché le armi nucleari sono progettate per annientare in un’istante le città e sono proprio le città che si fanno promotrici della pace, del dialogo e del rispetto della vita di ogni persona. Affinché ognuna e ognuno possano prendere decisioni informate offriamo laboratori di educazione alla pace per studentesse, studenti, docenti che possono essere attuati in tantissimi altri ambiti in cui è coinvolta la cittadinanza

C’è un episodio particolarmente significativo, vissuto nel contesto del progetto, che vorresti condividere?

Di episodi ce ne sarebbero tantissimi… intanto è veramente significativo essere testimoni delle determinazioni che ogni persona tira fuori all’uscita della mostra e quanto sia di impatto leggere la commozione che hanno provato e il desiderio di fare la pace. Un momento bellissimo è anche quando in occasione del corso di formazione docenti organizziamo una conferenza con le persone sopravvissute a Hiroshima e Nagasaki e gli studenti delle scuole elementari medie e superiori e sentire tutta l’energia e l’ispirazione che gli hibakusha trasmettono e quanto le studentesse e gli studenti si sentano incoraggiati a costruire del bello nella propria vita è bellissimo, specialmente vedere e sentire quanto gli stessi hibakusha siano felici di dedicarsi alle generazioni più giovani affinché nessuno debba vivere mai più ciò che hanno sperimentato loro sulla propria pelle da bambini.
Altri momenti significativi sono vedere le persone, i cittadini che dopo la mostra cominciano a dialogare con il proprio comune per poterlo sensibilizzare sul tema e da questi dialoghi nascono bellissime occasioni in cui portare avanti tante iniziative e far sì che quella città sia promotrice in prima linea del disarmo nucleare – adesso siamo a più di 110 Comuni italiani che sostengono la nostra campagna e si sta creando un’ondata di cambiamento sempre più grande.

Come è articolata la mostra:

Il cuore pulsante della mostra è il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW), che rappresenta il filo conduttore dell’intero percorso espositivo. La mostra è suddivisa in cinque aree tematiche.
Si parte dall’atrio, dove i visitatori vengono accolti dalle testimonianze dei sopravvissuti alle bombe di Hiroshima e Nagasaki, i veri esperti delle conseguenze delle armi nucleari, che hanno vissuto in prima persona terribili sofferenze.
Subito dopo, si entra nell’atmosfera della memoria, un viaggio nel tempo che ripercorre le tappe storiche prima e dopo lo scoppio delle bombe atomiche sulle due città giapponesi. In questa sezione, grazie alla realtà virtuale, i visitatori possono rivivere in prima persona l’orrore di quei bombardamenti e comprendere l’impatto devastante delle armi nucleari sul genere umano e sul pianeta. La narrazione è accompagnata dalla voce intensa di Carmen Consoli.
Il percorso prosegue nella Libreria delle Voci, dove si affrontano temi cruciali come la follia della deterrenza nucleare, il concetto di sicurezza, l’enorme quantità di risorse economiche destinate agli armamenti e il legame tra disarmo e Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU.
Arrivando al Tavolo delle Genti, l’attenzione si sposta sulla responsabilità di ciascuno di noi nel costruire un mondo libero da armi nucleari. Questo spazio interattivo permette sia agli studenti sia ai visitatori di approfondire i temi trattati attraverso un confronto diretto e dei laboratori.
Infine, il percorso si conclude con il Tunnel dell’Intenzione, un passaggio simbolico in cui ogni visitatore può lasciare un messaggio, un impegno o una promessa verso un futuro senza armi nucleari.

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