Community Matching e Cliniche Legali per l’Apolidia

Promuovere l’assistenza e l’integrazione di persone rifugiate e apolidi. In continuità con le esperienze in corso dal 2021, il progetto viene attuato in 11 città: Torino, Milano, Parma, Padova, Ravenna, Bergamo, Bologna, Roma, Napoli, Bari, Palermo.

In corso Diritti umani

Data di avvio

1 Gennaio 2025

Durata

12 mesi

Realizzato da:

UNHCR Italia

Obiettivi

Contribuire a costruire comunità locali fondate su valori di diversità, inclusione e solidarietà, favorendo occasioni di incontro e scambio tra cittadini italiani e persone rifugiate.

Codificare e diffondere un modello, attraverso lo sviluppo di un Toolkit metodologico, l’Advocacy e la formazione di operatori e istituzioni che intendano adottare misure di Community Matching.

Garantire che le persone apolidi in Italia abbiano accesso a una rappresentanza legale qualificata, favorendo il riconoscimento dello status di apolide e promuovendo la loro integrazione sociale.

Formare studenti universitari e operatori legali sulla tutela degli apolidi e sulle procedure esistenti nel contesto italiano, migliorando così la capacità di fornire supporto legale adeguato.

Il progetto mira a rafforzare l’inclusione delle persone rifugiate in Italia – consolidando il lavoro realizzato a partire dal 2021 attraverso il contributo 8×1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai – estendendo l’intervento alle persone apolidi.

Attualmente, l’Italia ospita migliaia di rifugiati e persone titolari di protezione internazionale e temporanea, per i quali l’integrazione rappresenta una delle sfide principali. L’integrazione non riguarda esclusivamente l’accesso al lavoro e alla casa, ma abbraccia anche l’inclusione sociale e culturale, ed è raggiungibile a pieno solo attraverso il coinvolgimento attivo delle comunità locali. Questo impegno è essenziale per la costruzione di relazioni personali e sociali significative attraverso le quali i rifugiati possano davvero diventare parte della comunità che li ospita.

L’integrazione è più complessa per chi affronta ostacoli significativi nell’accesso ai diritti, come le persone apolidi. L’Italia, pur avendo ratificato le Convenzioni ONU (1954 e 1961) sull’apolidia, presenta ancora sfide per il riconoscimento dello status di apolide, lasciando molte persone senza accesso ai diritti fondamentali.

Il progetto si propone di affrontare queste sfide attraverso due azioni programmi:

  • Il Community Matching (CM) mira a promuovere l’integrazione e la coesione sociale abbinando persone rifugiate, titolari di protezione temporanea e richiedenti asilo con volontari della comunità locale. Attraverso relazioni basate su fiducia e sostegno reciproco, i rifugiati ricevono supporto per l’accesso a soluzioni abitative e lavorative, la conoscenza del territorio, della lingua e della cultura del Paese ospitante. Il programma ha dimostrato un impatto significativo nella promozione dell’inclusione sociale e nella costruzione di comunità più coese.
  • Le Cliniche Legali per l’Apolidia, in collaborazione con una rete di università italiane, mirano a fornire assistenza legale a persone apolidi garantendo loro l’accesso alle procedure di determinazione dello status e formando nuovi professionisti legali specializzati rafforzando le competenze legali degli studenti.

Questi programmi non solo rispondono alle esigenze immediate dei rifugiati e degli apolidi, ma pongono le basi per una coesione sociale duratura, coinvolgendo attivamente le comunità locali e le istituzioni italiane.