REAMA

Un progetto di carattere nazionale a sostegno dei diritti umani delle donne vittime di violenza. In continuità con le azioni sostenute attraverso i fondi 2016/2020, verrà incentrato sull’attività dello sportello anti-violenza (sostegno legale, psicosociale ed economico) e sulla prosecuzione dell’attività delle case rifugio.

In corso Diritti umani

Data di avvio

25 Ottobre 2022

Durata

12 mesi

Realizzato da:

Fondazione Pangea

Obiettivi

Supportare le donne che subiscono violenza di genere, e i loro eventuali figli, a fuoriuscire dalla situazione di violenza, garantendone la protezione, l’empowerment e la realizzazione dei loro diritti umani fondamentali.

Accompagnare le donne in un percorso di liberazione ed autonomia, mantenendo un aspetto di umanità e professionalità, e rispondendo ai bisogni specifici delle persone.

Grazie ai fondi 8×1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, da ottobre 2020 a dicembre 2021 Pangea ha potuto sviluppare i servizi di formazione e rafforzamento della rete REAMA e i servizi di protezione per donne vittime di violenza (tramite lo sportello antiviolenza, lo sportello sulla violenza economica, e la casa rifugio per donne e minori vittime di violenza).

Il nuovo progetto — sostenuto grazie ai fondi 2022 — si concentra su due azioni specifiche, entrambe a supporto delle donne che subiscono violenza di genere e dei loro eventuali figli:

  • Garantire un’azione di protezione delle donne vittime di violenza e una loro presa in carico su misura a livello nazionale, grazie ad uno sportello online antiviolenza (che include anche l’aspetto della violenza economico-finanziaria.
  • Proteggere le donne a rischio di vita e i loro eventuali figli in una casa rifugio situata nella regione Lazio, con accoglienza di donne provenienti da tutta Italia inviate dalla rete REAMA.


Per entrambe le azioni verranno messi in atto percorsi di empowerment delle donne e dei loro figli, facilitando il loro inserimento lavorativo e abitativo e sostenendoli nel percorso di rielaborazione del trauma.

Il progetto prevede un totale di circa centocinquanta donne prese in carico e seguite attraverso lo sportello antiviolenza nazionale. Per quanto riguarda la casa rifugio, si intende accogliere almeno 7-10 persone nel corso dell’anno, di cui almeno 3 verranno accompagnate nella ricollocazione abitativa.

Per l’accoglienza delle donne, oltre alla casa rifugio verranno messe a disposizione delle case di semi-autonomia (destinate alle donne per un massimo di un anno al fine di riguadagnare la loro totale autonomia decisionale e di vita, quando ancora non sono in grado di affrontare economicamente un affitto intero e una volta terminato il pericolo imminente della violenza).

La pandemia ha visto incrementare drammaticamente la violenza di genere contro le donne, già presente nella nostra società. Isolamento, convivenza forzata, restrizioni e instabilità socio-economica hanno comportato per molte donne e per i loro figli il rischio di una maggiore esposizione alla violenza domestica e assistita. Il momento di crisi mondiale che continuiamo a vivere si ripercuote nelle vite di ogni singola persona, e la famiglia è il primo nucleo in cui conflitti e violenze lasciano il segno. Ora è arrivato il momento di dare risposte strutturali e di lungo periodo, sia nel supporto delle donne che stanno tuttora subendo violenza che nel sostegno a quelle che hanno intrapreso un percorso di fuoriuscita.